martedì 1 aprile 2014


RE E REGINE: LE RAGIONI DI ESISTERE (30 marzo 2014)
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E’ curioso pensare che, venendo tutti noi dai nostri progenitori uomini scimmia, ci sia qualcuno che si arrivato a darsi il titolo di re o imperatore. Partendo da cosa? Le vicende umane di guerre e prevaricazioni, hanno portato molti a perire e pochi altri ad arricchire a dismisura, riconoscendosi o facendosi riconoscere, da Dio (a detta loro) e dagli  (stupidi) altri uomini, qualità e caratteristiche superiori tali da attribuirsi onori, glorie e ricchezze più o meno meritate, conquistate, o sottratte ad altri. I Savoia sono stati una dinastia longeva, nemmeno di origini italiche tra l’altro: prima nobili, duchi, conti e  quant’altro, con abili manovre, diplomatiche, politiche e militari, sono arrivati ad essere re. Il bello è che raggiunto tale status, i regnanti ovviamente se lo tengono per più secoli possibile, fino a quando qualcuno gli taglia la testa, o finchè qualcuno si stufa dei loro privilegi ed errori e li costringe ad andarsene a quel paese, solitamente fuori dal proprio per non nuocere ulteriormente. Eppure qualcuno ama e difende la monarchia, anche oggigiorno. E’ come se il popolo avesse bisogno di proiettare i propri desideri di grandezza, ricchezza e potere idealizzati su una o più figure esterne che diventano dei simulacri idolatrati. Ma non c’è già Dio, (e non può bastare?), a fare questa funzione? No, c’è bisogno di qualcun altro di più terreno (in carne ed ossa per intenderci) per far pensare al popolo osannante e plaudente che ognuno di noi in fondo potrebbe essere un re o una regina. Come siamo messi male…! Più godo della visione di regge e palazzi nobiliari, più non amo re e nobili di cui per quanto mi riguarda il mondo potrebbe, giovandone, farne volentieri a meno.
Le enormi ricchezze accumulate che permisero la costruzione e il mantenimento di regge immense, sontuosi palazzi, carrozze dorate, abiti sfarzosi, corti dai costi inimmaginabili, per quanto ne so sono state ottenute con un prezzo di oppressione, di sangue, di sfruttamento, di schiavitù di generazioni e generazioni di sudditi. Popoli più o meno in grado di ribellarsi e sbarazzarsi di questo assurdo sistema, un divario immenso di condizioni di vita tra esseri umani figli delle stesse scimmie più o meno evolute in questi pochi milioni di anni, da quando l’umanità sta abitando il pianeta.
Non che adesso, con i nostri governanti sia molto meglio, beninteso... :-)

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