RE E REGINE: LE RAGIONI DI ESISTERE (30 marzo 2014)
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E’ curioso pensare che, venendo tutti noi dai nostri progenitori
uomini scimmia, ci sia qualcuno che si arrivato a darsi il titolo di re o
imperatore. Partendo da cosa? Le vicende umane di guerre e prevaricazioni, hanno
portato molti a perire e pochi altri ad arricchire a dismisura, riconoscendosi
o facendosi riconoscere, da Dio (a detta loro) e dagli (stupidi) altri uomini, qualità e
caratteristiche superiori tali da attribuirsi onori, glorie e ricchezze più o
meno meritate, conquistate, o sottratte ad altri. I Savoia sono stati una
dinastia longeva, nemmeno di origini italiche tra l’altro: prima nobili, duchi,
conti e quant’altro, con abili manovre,
diplomatiche, politiche e militari, sono arrivati ad essere re. Il bello è che
raggiunto tale status, i regnanti ovviamente se lo tengono per più secoli
possibile, fino a quando qualcuno gli taglia la testa, o finchè qualcuno si
stufa dei loro privilegi ed errori e li costringe ad andarsene a quel paese,
solitamente fuori dal proprio per non nuocere ulteriormente. Eppure qualcuno
ama e difende la monarchia, anche oggigiorno. E’ come se il popolo avesse
bisogno di proiettare i propri desideri di grandezza, ricchezza e potere
idealizzati su una o più figure esterne che diventano dei simulacri idolatrati.
Ma non c’è già Dio, (e non può bastare?), a fare questa funzione? No, c’è
bisogno di qualcun altro di più terreno (in carne ed ossa per intenderci) per
far pensare al popolo osannante e plaudente che ognuno di noi in fondo potrebbe
essere un re o una regina. Come siamo messi male…! Più godo della visione di
regge e palazzi nobiliari, più non amo re e nobili di cui per quanto mi
riguarda il mondo potrebbe, giovandone, farne volentieri a meno.
Le enormi ricchezze accumulate che permisero la costruzione e il
mantenimento di regge immense, sontuosi palazzi, carrozze dorate, abiti
sfarzosi, corti dai costi inimmaginabili, per quanto ne so sono state ottenute con un prezzo di oppressione, di sangue, di sfruttamento, di schiavitù di generazioni
e generazioni di sudditi. Popoli più o meno in grado di ribellarsi e sbarazzarsi
di questo assurdo sistema, un divario immenso di condizioni di vita tra esseri
umani figli delle stesse scimmie più o meno evolute in questi pochi milioni di
anni, da quando l’umanità sta abitando il pianeta.
Non che adesso, con i nostri governanti sia molto meglio, beninteso... :-)
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